Chiamata dai Romani Regina Viarum, regina delle strade, la via Appia Antica è la più famosa
tra le strade consolari romane e, partendo da Porta San Sebastiano, si sviluppa
lungo 9 chilometri fra pini marittimi e campi coltivati. La fece tracciare il censore Appio Claudio nel 312 a.C.,
probabilmente su una strada ancora precedente che portava ai Colli Albani che
lui fece prolungare sino a Capua. Fu lastricata nel 258 a.C. e nel 190 a.C. fu
ulteriormente prolungata fino a Brindisi.
Percorsi della via Appia. In rosso l'Appia Antica ed in blu l'Appia Traiana |
Ancora utilizzata durante il Medioevo, la strada cadde poi
in disuso e fu riaperta soltanto sotto Pio VI nel XVIII secolo. Solo in seguito
nacque l’idea di trasformarla in parco archeologico, idea che si concretizzò
verso la fine dell’Ottocento e che tuttora è in fase di perfezionamento.
Molti sono i resti degli edifici che accompagnano il
percorso di questa strada, rendendola unica per fascino e interesse, infatti la
prescrizione di seppellire i morti al di fuori delle Mura Aureliane, portò ad
una progressiva edificazione lungo la via Appia di sepolcreti e mausolei,
talora anche di sfarzo e grandezza monumentali, come nel caso della Tomba di
Annia Regilla o della Tomba di Cecilia Metella, celebre monumento funebre,
risalente agli ultimi decenni dell’età repubblicana che fu inglobato nel
Medioevo nel Castello dei Caetani.
La bellezza e la quiete del luogo indussero anche alla costruzione di edifici
sacri e di dimore principesche: così, agli inizi del IV secolo, a ridosso della
via sorse l’ultimo Palazzo Imperiale di Roma antica, presso il quale trovarono
posto il Circo di Massenzio e l’immancabile sepolcreto familiare, il Mausoleo
di Romolo, dedicato appunto da Massenzio al figlio morto giovinetto e in cui
furono sepolti anche gli altri membri della famiglia.
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