25 dicembre 2011

I 100 presepi

La mostra ha sede in Roma nelle Sale del Bramante addossate alle mura Aureliane, presso la Basilica di Santa Maria del Popolo.
La denominazione "100 PRESEPI" è solo un riferimento storico, in quanto indica il numero dei presepi esposti nella prima edizione.


I presepi, che si rinnovano completamente ogni anno e che provengono da quasi tutte le regioni italiane e da circa 25 paesi esteri, sono opere di artisti ed artigiani italiani e stranieri, collezionisti, amatori, studenti di scuole elementari e medie, rappresentanti di associazioni culturali e impegnate nel sociale, di Enti statali e locali e da musei nazionali ed esteri.

Le opere sono realizzate con materiali tra i più vari, dal corallo all'argento, alle porcellane, dal vetro al bronzo, dalla ceramica all'argilla, in ferro battuto, in legno, in cartapesta, in materiali di recupero. Ma talvolta i presepi sono prodotti anche con la cioccolata, il pane, le pannocchie, il mais, tappi o bottoni, gusci di frutti di mare, paste alimentari, candele d'auto, matite e così via.

Presepe di zucca
Le dimensioni variano dal formato in miniatura come la natività in bassorilievo riprodotta nel guscio di una nocciola, a quelle ad altezza d'uomo.
I presepi statici o in movimento hanno ambientazioni diverse: da quelle classiche del seicento e settecento napoletano e siciliano e dell'ottocento romano a quelle avveniristiche espresse con cristalli, ferro e luci colorate o fantasiose come motori d'auto, televisori, damigiane e altro.
I presepi e le figure presepiali d'epoca, provenienti da musei e da collezioni private, sono opere realizzate dai caposcuola e dagli artisti più rinomati vissuti nel passato, e provengono dalle regioni di più antica tradizione presepiale come la Campania, il Lazio, la Liguria, la Puglia, la Sicilia e dall'estero.

           
Buon Natale

20 dicembre 2011

Santa Maria Maggiore

La basilica di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come Santa Maria della neve o come Basilica liberiana (dal nome del tradizionale fondatore papa Liberio), è una delle quattro basiliche papali di Roma. Collocata sulla sommità del colle Esquilino, è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte. Il suo nome completo è Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale di S. Maria Maggiore.



Fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 e da lui dedicata al culto della Madonna, il dogma della cui divina maternità era appena stato sancito dal Concilio di Efeso (431).

La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato miracolosamente: così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino, papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Di questo antico edificio rimane solo un passo del Liber Pontificalis che afferma che Liberio fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae.
Ad ogni modo il 5 agosto di ogni anno, in ricordo della Madonna della Neve, avviene la rievocazione del cosiddetto "miracolo della nevicata": durante una suggestiva celebrazione viene fatta scendere cielo una nevicata "fuori stagione".



La basilica si presentava a tre navate, divise da 21 colonne di spoglio per lato, sormontate da capitelli ionici, sopra le quali corre un'architrave continua. La navata centrale era illuminata da 21 finestre per lato (la metà delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea con capriate a vista.
La navata venne decorata sempre in età sistina da splendidi mosaici, entro pannelli posizionati fra le finestre, in origine racchiusi da edicolette, con un ciclo di storie del Vecchio Testamento: storie di Abramo, Giacobbe, Isacco sul lato sinistro, Mosè e Giosuè su quello destro. Degli originari 42 riquadri, molti dei quali presentavano due scene sovrapposte, ne restano 27 (12 sulla parete sinistra e 15 sulla destra) dopo le distruzioni dovute alle aperture laterali settecentesche.
Più ieratiche e ritmicamente dilatate sono le scene dei mosaici dell'arco trionfale, rappresentanti alcuni momenti dell'Infanzia di Cristo, alcune delle quali tratte da Vangeli Apocrifi (Annunciazione, Presentazione al Tempio, Adorazione dei Magi, Incontro con il governatore Afrodisio, Strage degli Innocenti, Re Magi presso Erode) 
Risalgono alla metà del XII secolo, al tempo di papa Eugenio III, il pavimento cosmatesco e un portico addossato alla facciata (poi distrutto nel Settecento per far posto alla nuovo frontespizio barocco del Fuga).

L'esterno dell'abside, rivolto verso Piazza dell'Esquilino, è opera di Carlo Rainaldi, che presentò a papa Clemente IX un progetto meno dispendioso di quello del contemporaneo Bernini che avrebbe fra l'altro comportato la distruzione dei mosaici dell'abside e sarebbe arrivata quasi all'altezza dell'obelisco retrostante.
La facciata principale, caratterizzata da un portico e da una loggia per le benedizioni, fu eseguita tra il 1741 e il 1743, durante il pontificato di Benedetto XIV, da Ferdinando Fuga.
In Santa Maria Maggiore è sepolto Gian Lorenzo Bernini, nella tomba di famiglia.

Fu il papa Niccolò IV che nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività", che egli terminò di scolpire in pietra nel 1291. La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal 432 quando papa Sisto III (432-440) creò nella primitiva Basilica una "grotta della Natività" simile a Betlemme. La basilica prese la denominazione di Santa Maria ad praesepem (dal latino: praesepium = mangiatoia). I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (cunabulum) oggi custoditi nella teca dorata della Confessione.



E' di ieri (19 dicembre 2011) la notizia che un romeno di 32 anni senza fissa dimora ha spaccato una parte della Porta Santa, giustificandosi semplicemente dicendo che voleva spaccare qualcosa....
Stiamo proprio al limite della follia!

12 dicembre 2011

Un gesto di mano

Nel centro commerciale di Parco Leonardo a Fiumicino, un solo pungo alla tempia per una sigaretta negata causa la morte di un ragazzo di 16 anni che, barcollando, è crollato a terra: il ragazzo è morto pochi minuti più tardi, sull'ambulanza che lo portava al pronto soccorso.
Una tragedia assurda, una giovane vita spezzata in un pomeriggio di shopping nello scenario surreale del Parco Leonardo, il più grande centro commerciale d'Italia inaugurato sei anni fa: 100.000 metri quadtrati, 210 negozi, ristoranti, salegiochi, bar e pub, punto di ritrovo abituale di centinaia di ragazzi della zona sud di Roma e dei paesi del litorale.

Simone, "Mimì", come lo chiamavano in famiglia, aveva pranzato a Fiumicino con la famiglia ed insieme alla sua comitiva, raggiunta nel pomeriggio, aveva raggiunto poi il centro commerciale sulla Portuenze. Poche ore dopo "Mimì" era morto. Arrestato dagli agenti del commissariato di zona, nella tarda serata, Cesare, figlio del titolare di uno stabilimento balneare, l'amico di sempre di Simone, il coetaneo che ha sferrato il pugno mortale. Davanti ai poliziotti, il sedicenne non ha mai smesso di piangere.

Sono stati gli agenti del commissariato di Fiumicino, che hanno ascoltato numerosi testimoni, a ricostruire la dinamica del dramma. Verso le 18, la comitiva è già sparpagliata tra le vetrina e le attrazioni del Parco Leonardo. Simone, Cesare e altri amici sono seduti a un tavolino, fuori dal multisala UGC, di fronte a un ristorante giapponese. Cesare chiede una sigaretta, Simone rifiuta, vola qualche parola grossa, lo scherzo iniziale si trasforma in un diverbio. All'improvviso, Cesare sferra un pugno che si schianta sulla tempia sinistra del sedicenne. Il ragazzo va a terra e non si rialza.

Tra la folla che continuava ad accalcarsi davanti alle vetrine sono spuntate le divise di due addetti alla sicurezza che hanno provato a rianimare il ragazzo che aveva la lingua girata - raccontano - ma dopo pochissimi minuti è intervenuto il personale sanitario di un'associazione di volontariato che fa servizio qui al Parco Leonardo. L'ambulanza è partita verso il poliambulatorio, a sirene spiegate ma i medici si sono trovati davanti a un cadavere.

Sul posto, gli agenti del vicequestore Patrizia Sposato hanno rintracciato gli amici della vittima tra cui Cesare che ha confessato immediatamente. Incredulo, distrutto, il ragazzo si è abbandonato a una straziante scena di disperazione. Dopo lunghe telefonate con la procura minorile, l'adolescente è stato arrestato per omicidio preterintenzionale e rinchiuso nel centro di prima accoglienza di via Virginia Agnelli.


Una vita spezzata per una sigaretta, una vita spezzata per un gesto che sempre di più sta prendendo piede tra i giovani: un pugno che anche se per gioco è pur sempre un gesto di mano e come tale ricorda come l'essere umano sia un animale, evoluto ma comunque un animale che spesso resta legato al proprio istinto innato. Un istinto che, a volte, causa danni irreparabili....
 

9 dicembre 2011

Insoddisfazione?

E' stato rivendicato dal gruppo anarchico Fai, Federazione Anarchica Informale, il pacco bomba esploso oggi all'Agenzia Equitalia. Un volantino è stato trovato all'interno del plico scoppiato in via Andrea Millevoi 10, a Roma, intorno alle ore 12.30. Sono in corso accertamenti della Digos rilievi della polizia scientifica.
Il plico, recapitato via posta, era indirizzato a Marco Cuccagna, 51 anni, direttore generale della stessa agenzia per la riscossione dei tributi che aprendolo è rimasto ferito alla mano. L’uomo, trasportato al Sant’Eugenio ha riportato lievi ferite alla mano ed al volto a causa dell'esplosione di una scrivania in vetro che era nel suo ufficio al secondo piano. Operato immediatamente, non ha riportato danni alla vista, ma la falange della mano è rotta. Una parte dell'edificio di Equitalia è stata evacuata.

Attentato con finalità di terrorismo è l'ipotesi di reato per la procura di Roma che ha aperto un fascicolo d'inchiesta. Il pacco ha il timbro postale di Milano e la rivendicazione della stessa organizzazione anarchica del plico esplosivo inviato giovedì al presidente della Deutsche Bank, Josef Ackermann. Lo scorso anno, proprio di questi tempi, la galassia anarco-insurrezionalista italiana era ritornata sulla scena con l'invio di una serie di pacchi bomba a numerose ambasciate e sedi diplomatiche della capitale.

Adesso nel mirino dell'organizzazione terroristica sembrano essere finiti personaggi ed istituti legati agli ambienti della finanza e dell'economia. E' IL SEGNALE DELL'INSODDISFAZIONE SOCIALE legata alla crisi di questi ultimi mesi? Insoddisfazione verso una crisi prodotta dai dirigenti che sta pesando sugli operai....

1 dicembre 2011

Via Nazionale

Via Nazionale è una via di Roma che da Piazza della Repubblica conduce verso Piazza Venezia, fermandosi a largo Magnanapoli. Nel suo percorso attraversa i rioni di Castro Pretorio e Monti.

Dopo il trasferimento da Firenze a Roma della capitale del Regno d'Italia, il collegamento tra la Stazione Termini ed il centro direzionale dell'epoca (via del Corso) fu tracciato seguendo il percorso del romano Vicus Longus, lungo la valle di San Vitale, attraverso una zona che era all'epoca pochissimo abitata, ed i cui terreni erano stati acquistati dal monsignor De Merode proprio nella previsione di questo utilizzo. L'urbanizzazione di questa zona fu quindi l'oggetto della prima convenzione urbanistica approvata a Roma dal nuovo Stato sabaudo. La prima parte dell'odierna via Nazionale, urbanizzata dal De Merode, si chiamò "Strada Nuova Pia".

Via Nazionale vista da piazza della Repubblica
Fin dalla progettazione iniziale, via Nazionale fu pensata come un'arteria molto ampia, necessaria per creare un collegamento veloce ed il più possibile rettilineo tra la stazione centrale della capitale ed il Tevere, oltre il quale si prevedeva, già dal 1873, l'urbanizzazione intensiva dei Prati di Castello. Questa intenzione fu messa in pratica nel 1886, con la deliberazione di un secondo ampio tracciato tra Piazza Venezia e il fiume, che divenne il Corso Vittorio Emanuele II.
Lungo la nuova strada furono edificati, negli ultimi tre decenni dell'800, grandi alberghi nella parte iniziale, la Chiesa di San Paolo dentro le Mura (1880, prima chiesa cristiana non cattolica costruita a Roma dopo l’unità d’Italia), immobili d'abitazione destinati alla nuova borghesia della capitale, e anche edifici a destinazione pubblica come il Palazzo delle Esposizioni (1883), il Teatro Eliseo (1900), Palazzo Koch - sede della Banca d'Italia (1892).

Alla fine dell'antica strada di San Vitale fu realizzato, all'inizio del Novecento (1902-1906), il traforo Umberto I, sotto la pendice orientale del Quirinale. L'opera, già prevista nel primo piano regolatore di Roma capitale del 1873, nel piano regolatore del 1909 doveva costituire l'ultimo tratto di una traversa (via Milano) che, tagliando via Nazionale all'altezza del Palazzo delle Esposizioni, fornisse un collegamento diretto tra il Laterano ed il Parlamento (attraverso via del Tritone).