24 dicembre 2013

Roma in "veste" natalizia

Dalle prime ore della notte del 6 dicembre 2013 Roma inizia ad accendere le luci della festa all’insegna della pace, con la bandiera arcobaleno stesa da piazza del Popolo a piazza Venezia, dove l’abete alto 20 metri, arrivato dai boschi del Molise, è stato addobbato con 30 mila luci e la scritta “pace” tradotta in 20 lingue diverse.


Le luci dell’albero di Natale installato in piazza del Campidoglio, invece, sono alimentate ad energia cinetica, prodotta pedalando su una apposita bicicletta che chiunque può contribuire a produrre, e rimane acceso una volta interrotta la pedalata.

Luci e addobbi in buona compagnia della “pioggia di luce” lungo Via Veneto, con lampadine intermittenti e bolle piene di sfere dorate, le farfalle sfavillanti lungo via Merulana, le bacchette magiche a Via dei Giubbonari: ma la magia delle luci si fa sentire anche in periferia dove tra pioggia di neve, abeti addobbati e luminarie di vario tipo su finestre, balconi e dentro le case, la gente per strada e nelle case si prepara a passare momenti di serenità in famiglia.




BUON NATALE!!!!

16 settembre 2013

PalaLottomatica

Il PalaLottomatica è un edificio che sorge nel quartiere dell’EUR  ed è il nome commerciale del Palazzo dello Sport di Roma (noto anche come PalaSport.
Ideato e progettato nel 1956 dall’architetto Marcello Piacentini e dall’ingegnere Pier Luigi Nervi, per i XVII giochi olimpici di Roma, la struttura ospita da allora eventi sportivi, convegni e concerti.
Tra il 1999 e il 2003 fu sottoposto a lavori di ammodernamento e ristrutturazione realizzati dalla ForumNet S.p.A. e finanziati dalla Lottomatica: quest’ultima ha acquisito il diritto a dare il proprio nome all’impianto.
La struttura fu, dal 1983 al 2000 e dal 2003 al 2011, sede delle gare interne della Pallacanestro Virtus Roma, società professionistica che milita in serie A.


Nella sua realizzazione definitiva, avvenuta tra il 1958 e il 1960, il Palazzo dello Sport presenta due ordini di gradinate per un totale di circa 12.000 posti; le gradinate sono sostenute da pilastri inclinati che fanno anche funzione di sostegno e raccordo con la struttura di copertura spessa solo 9 centimetri, costruita in cemento armato e a forma di calotta sferica. A completare l’opera e mascherare l’andamento curvilineo delle gradinate e l’inclinazione dei pilastri di sostegno, una copertura frontale in cristallo a facciata continua che conferisce al Palazzo la sua tipica forma cilindrica. Diverse sono le ditte che hanno partecipato ai lavori: la Siemens italiana, che realizzò l’impianto audio, la Solari di Udine che mise in opera i tabelloni luminosi ed i cronometri, la Dell’Orto & Chieregatti di Milano, che si occupò dell’impianto di condizionamento, l’Ilva e la IOMSA per i lavori in metallo e la Gazzotti che realizzò la superficie di gioco in parquet (solo per citarne alcune).

All’impianto si accede attraverso 16 ingressi disposti lungo la circonferenza del Palazzo, ad una distanza di circa 20 metri l’uno dall’altro. Al fine di rendere idoneo l’impianto anche a manifestazioni diverse da quelle sportive (canore, teatrali ed altro ancora), le nervature della calotta interna furono ricoperte di materiale fonoassorbente; la circolazione dell’aria nell’edificio è completamente condizionata; furono realizzate ampie luci nelle pareti di tamponamento, e la parte superiore della cupola è sopraelevata a costituire un lucernario che diffonde uniformemente l’illuminazione solare all’interno della struttura durante le ore diurne.

Il costo complessivo dell’impianto fu stimato in circa un miliardo e 900 milioni di lire dell’epoca.

27 agosto 2013

Campo de' Fiori

Campo de’ Fiori è una nota piazza di Roma che sorge su una zona che in origine era caratterizzata da un campo fiorito (da cui sembra abbia preso il nome anche se, secondo un racconto leggendario, invece il suo nome deriverebbe da Flora, una donna amata da Pompeo); dal quattrocento diventa una vera e propria piazza della città ed attualmente è sita tra via dei Giubbonari e piazza della Cancelleria.


Importanti sono stati i lavori fatti svolgere nel 1456 da papa Callisto III, che hanno determinato un rinnovamento tale della zona che ha permesso la costruzione di importanti palazzi nell’area. Da questo momento in poi ha inizio un periodo di floridezza che porta alla costruzione di alberghi, locande e centri artigiani con un incremento quindi delle attività commerciali: ne è un esempio il mercato dei cavalli.

Anticamente in Campo de’ Fiori si eseguivano le esecuzioni capitali: molto nota è, ad esempio, l’esecuzione del filosofo e frate domenicano Giordano Bruno, che fu arso vivo proprio in questa piazza giovedì 17 febbraio 1600. In ricordo del filosofo, nel 1888 fu realizzato sul luogo stesso del rogo un monumento bronzeo, opera dallo scultore Ettore Ferrari.

Attualmente la piazza è molto frequentata dai Romani e dai turisti durante la notte poiché offre un’ampia scelta di locali notturni in cui poter passare serate divertenti e durante il giorno per via del mercato che abitualmente viene adibito lungo la piazza, per i bar e le trattorie tipiche.

6 maggio 2013

Tempio dei Castori


Vicino alla Basilica Giulia (all’interno del Foro Romano), si possono vedere tre grandi colonne corinzie sormontate da un architrave: questo è tutto quello che rimane del Tempio dei Dioscuri detto dai Romani anche Tempio dei Castori. I resti del tempio sono di epoca augustea, ma nel 6 d.C. Tiberio lo fece ricostruire, e questo è l’ultimo degli interventi storicamente conosciuti.


La costruzione del tempio fu avviata dal dittatore Aulo Postumio Albino, in ricordo dell’apparizione dei Dioscuri (Castore e Polluce) a segnalare la vittoria romana sui Latini nella battaglia del Lago Regillo nel 499 a.C.; fu suo figlio, però a farlo inaugurare in quando il dittatore morì prima della fine dei lavori.
Il primo restauro avvenne per ordine del console Quinto Cecilio Metello Dalmatico nel 117 a.C. ed in seguito nel 74 a.C. per ordine del pretore urbano Verre. Al restauro voluto da Metello sono da ricollegare il podio in opera cementizia, mentre i blocchi di tufo protetti da tettoie di epoca moderna sono tutto quello che rimane del podio originale.


Il tempio era formato sulla fronte da otto colonne corinzie scanalate di marmo pario e undici colonne sui lati lunghi; vi si poteva accedere tramite due scale laterali che continuavano con una gradinata frontale.

Al suo interno si tenevano, alcune volte, delle riunioni del Senato e vi aveva sede l’ufficio per la verifica dei pesi e delle misure; la parte antistante al pronao molto probabilmente era utilizzata come tribuna oratoria. Sui lati lunghi, il podio del tempio risulta interrotto da una serie di ambienti identificati come gli spazi dei banchieri.

27 aprile 2013

Palazzo Spada


Il Palazzo Spada, che si affaccia su via Capo di Ferro, fu fatto costruire dal cardinale Girolamo Capodiferro nel 1550.
Nel 1640 il cardinale Bernardino Spada incaricò Francesco Borromini di rinnovare il palazzo e lui, in collaborazione con gli architetti Paolo Maruscelli e Vincenso Della Greca, apportò alcune estrose modifiche alla struttura originaria.


La facciata barocca consiste in quattro ordini sovrapposti che, partendo dal piano terreno, alternano ad un semplice bugnato piatto tre file di finestre di varia dimensione ed un complesso apparato decorativo.

Al primo piano, il palazzo è costituito da otto nicchie, nelle quali sono ospitate le statue di alcuni degli uomini illustri della storia di Roma antica: Traiano, Pompeo, Quinto Fabio Massimo, Romolo, Numa Pompilio, Marcello, Cesare e Augusto; nel sovrastante ammezzato una serie di festoni con putti e cariatidi si unisce ai medaglioni raffiguranti un cane vicino ad una colonna ardente, emblema del cardinale Capodiferro. A coronamento dell’edificio, l’ultimo piano alterna alle finestre otto riquadri con iscrizioni relative alle imprese delle otto personalità storiche rappresentate nelle statue del primo piano.

Di particolare interesse è la galleria colonnata del Borromini che sembra quattro volte più lunga di quanto non sia in realtà grazie agli effetti prospettici del pavimento in salita, della volta in discesa, delle pareti convergenti e delle colonne ridotte in dimensioni ed altezza verso il fondo.
Le bellissime sale interne sono splendidamente ornate di marmi, stucchi e affreschi. Di particolare interesse è il salone delle Adunanze Generali. I cardinali raccolsero una splendida collezione di dipinti sistemata in quattro ampi saloni decorati con affreschi del XVI secolo. Vi si ammirano opere di Rubens, Durer, Caravaggio, Guercino, Guido Reni, Parmigianino ed altri ancora.

Nel 1927 il palazzo fu acquistato dallo Stato ed oggi è sede del Consiglio di Stato.

30 marzo 2013

Ninfeo Teatro di palazzo Rospigliosi Pallavicini


La fontana si trova nel secondo terrazzamento del palazzo costruito da Flaminio Ponzio per il cardinale Scipione Caffarelli Borghese, nipote di Papa Paolo V.



È un ninfeo di forma semicircolare, con un vasto bacino d’acqua bordato di aiuole, addossato ad un edificio. Nella composizione ci sono elementi architettonici e naturalistici: una grande nicchia architettonica ornata con due catini sostenuti da ammassi rocciosi.
Ai suoi lati ci sono due grotte che racchiudono statue di fiumi. Anche nelle due testate dell’emiciclo c’è una nicchia con statua.

13 marzo 2013

Habemus Papam!

Il nuovo Pontefice è stato scelto! L'evento è stato segnalato dalla fumata bianca uscita dal comignolo della Cappella Sistina e dalle campane di San Pietro che hanno suonato per molti minuti.


Il nuovo Papa è l'Argentino Jorge Mario Bergoglio Arcivescovo di Buenos Aires, 76 anni, gesuita: Sale al trono pontificio con il nome di Francesco.


"Fratelli e sorelle, buonasera". Queste le prime parole del Papa. "Sapete che il dovere del conclave era di dare un vescovo a Roma. Sembra che i miei fratelli cardinali sono andati a prenderlo alla fine del mondo. Vi ringrazio per l'accoglienza". Dopo aver rivolto una preghiera al suo precedessore, chiede alla folla di pregare per il se stesso e poi congeda tutti (dopo la benedizione con Indulgenza plenaria) dicendo: "Buona notte e buon riposo, ci vediamo presto".
Il Pontefice è stato eletto al quinto scrutinio dopo le fumate nere di ieri sera e di questa mattina. 


Piccola curiosità: brusio e divertimento tra la folla assiepata a piazza San Pietro perché ad attirare l'attenzione sul comignolo della Cappella Sistina è stato un gabbiano "temerario" che si è posizionato sulla sommità del camino. Il gabbiano si è quindi levato in volo per poi tornare ancora sul comignolo picchiettando con il becco sulla sommità del comignolo dal quale uscirà (poco più tardi) il fumo che annuncia al mondo l'elezione del successore di Benedetto XVI. 




11 marzo 2013

Il Pulcino della Minerva


I Romani amano dare soprannomi a cose, persone e perfino alle statue: pulcino della Minerva è un modo bizzarro per chiamare il piccolo elefante di pietra che regge l’obelisco situato in una piazza alle spalle del Pantheon. Il monumento fronteggia la bella chiesa medievale di Santa Maria sopra Minerva (affidata ai domenicani) che deve il suo nome al fatto di essere stata edificata sui resti di un antico tempio dedicato a Minerva, la dea della sapienza.


Nel 1665, nel giardino di proprietà del convento annesso alla chiesa, fu rinvenuto un piccolo obelisco, alto circa 5 metri e mezzo, con iscrizioni in geroglifici sui quattro lati, proveniente dall’Iseum, un enorme luogo di culto dedicato alle dee Iside e Serapide; papa Alessandro VII decise di farlo erigere davanti alla chiesa. Per poter scegliere una base per il monumento diversi architetti di fama sottoposero i loro progetti ad una commissione papale, ed uno di essi era il prete domenicano Padre Domenico Paglia.
Secondo il suo progetto, l’obelisco avrebbe dovuto poggiare su sei piccoli colli (gli stessi “montini” che apparivano nello stemma di famiglia dei Chigi, a cui Alessandro VII apparteneva), con un cane a ciascuno dei quattro angoli in rappresentanza dei domenicani, chiamati Domini canes, cioè “i cani del Signore”, per sottolinearne la fedeltà.
Il papa respinse il progetto, poiché ciò a cui mirava non era un monumento autocelebrativo, ma un simbolo della Divina Saggezza, che richiamasse l’antico significato di quel luogo.
Fu dunque interpellato Gianlorenzo Bernini perché ideasse una base adatta all’obelisco e, dei suoi molti disegni presentati, fu scelto l’elefante, quale rappresentazione simbolica della forza: “...è necessaria una robusta mente per sorreggere una solida sapienza” dice l’iscrizione su uno dei lati del monumento.

Nel suo progetto originale però l’animale non aveva alcun sostegno, quindi il peso dell’obelisco avrebbe gravato interamente sulle zampe dell’elefante. Ma padre Paglia, piuttosto invidioso dopo che la sua idea era stata scartata, obbiettò in accordo con i canoni classici che “nessun peso perpendicolare avrebbe dovuto poggiare sul vuoto perché non sarebbe stato solido né durevole”, quindi sarebbe stato necessario inserire un cubo di pietra sotto il ventre dell’elefante.
Bernini si oppose fieramente a questa modifica, avendo già realizzato altre opere nelle quali elementi pesanti gravavano su spazi vuoti (un esempio di ciò è la sua famosa Fontana dei Fiumi a piazza Navona), ma il papa decise comunque che il supporto avrebbe dovuto essere aggiunto.
L’artista tentò allora di mascherare il rude cubo di pietra scolpendo un’elaborata gualdrappa dell’elefante che lo nascondesse, ma nonostante il tentativo la statua si mostrava in complesso molto appesantita.

Bernini, però, meditò una vendetta per castigare il domenicano che aveva osato sfidarlo e nella versione definitiva (1667) disegnò l’elefante in modo che puntasse le terga verso il vicino convento, con la coda leggermente spostata, come a salutare padre Paglia e gli altri frati!
Per questa ragione, la gente cominciò a chiamarla il Porcino della Minerva: in seguito, il nome mutò in Pulcino forse per un semplice motivo fonetico.

11 febbraio 2013

Il Papa si dimette


“Dopo aver ripetutamente esaminato la mia coscienza davanti a Dio sono pervenuto alla certezza che le mie forze, per l’età avanzata, non sono più adatte per esercitare in modo adeguato il ministero petrino. Sono ben consapevole che questo ministero, per la sua essenza spirituale, deve essere compiuto non solo con le opere e con le parole, ma non meno soffrendo e pregando. Tuttavia, nel mondo di oggi, soggetto a rapidi mutamenti e agitato da questioni di grande rilevanza per la vita della fede, per governare la barca di San Pietro ed annunciare il Vangelo, è necessario anche il vigore sia del corpo, sia dell’animo, vigore che, negli ultimi mesi, in me è diminuito in modo tale da dover riconoscere la mia incapacità di amministrare bene il ministero a me affidato. Per questo, ben consapevole della gravità di questo atto, con piena libertà, dichiaro di rinunciare al ministero di Vescovo di Roma, Successore di San Pietro, a me affidato per mano dei Cardinali il 19 aprile 2005, in modo che, dal 28 febbraio 2013, alle ore 20:00, la sede di Roma, la sede di San Pietro, sarà vacante e dovrà essere convocato, da coloro a cui compete, il Conclave per l'elezione del nuovo Sommo Pontefice”.

È con queste parole che oggi il Papa Benedetto XVI, durante il Concistoro per la canonizzazione dei martiri di Otranto. 

Nella storia della Chiesa, sono cinque i pontefici che hanno abdicato, per scelta o per costrizione: Clemente I, papa Ponziano, Benedetto IX, Celestino V e Gregorio XII.

Il Codice di Diritto Canonico contempla la possibilità di dimissioni. Infatti, il canone 332, comma 2, recita: "Nel caso che il Romano Pontefice rinunci al suo ufficio, si richiede per la validità che la rinuncia sia fatta liberamente e che sia debitamente manifestata, non si richiede invece che qualcuno la accetti".


Considerando che il motivo delle dimissioni è legato alla riduzione di vigore del corpo e dell'anima, non sarebbe il caso di eleggere un papa giovane di età massima di 54 anni?

9 gennaio 2013

Piazza del Campidoglio


Piazza del Campidoglio si trova sull’omonimo colle di Roma e, in età antica, tale luogo ospitava uno dei monumenti più celebri della città, il Tabularium, ma l’avvento del Medioevo questa piazza fu abbandonata a tal punto che era utilizzata come pascolo per le capre, finché papa Paolo III  Farnese decise di riprenderne le redini e di valorizzare il luogo.


Statua di Cola di Rienzo
Il progetto della piazza fu opera di Michelangelo Buonarroti che si occupò anche della pavimentazione: inoltre, era previsto che la piazza si volgesse, non più verso i Fori Romani, ma in direzione della Basilica di San Pietro; poi ci furono alcuni interventi urbanistici/architettonici tra i quali la costruzione di un nuovo palazzo, chiamato Palazzo Nuovo, il restauro di quello dei Conservatori, cercando di togliere le strutture medievali e fue progettata la scalinata della Cordonata (realizzata da Giacomo della Porta) che presenta alla sua base una coppia di leoni egizi in granito nero, con venature rosse: a metà la statua di Cola di Rienzo e in cima le statue dei dioscuri Castore e Polluce. 


Al centro della piazza fu situata la statua in bronzo di Marco Aurelio, che all’epoca stava in piazza di Porta San Giovanni ed oggi, sostituita con una copia, è conservata nei Musei Capitolini.
I lavori per il completamento della piazza terminarono nel XVII secolo, mentre la pavimentazione, fu realizzata solo nel 1940.