17 settembre 2011

La Casa delle Vestali

La Casa delle Vestali era la sede del collegio sacerdotale delle Vestali della Roma antica, presso il Foro Romano. Era collocato alle spalle della Regia e componeva un unicum con il Tempio di Vesta, in un complesso chiamato Atrium Vestae.

Il nome antico di Atrium Vestae si riferiva in origine ad un'area aperta situata presso il tempio di Vesta, sede del culto della dea, circondata da costruzioni. La residenza delle Vestali ne fece parte solo a partire dal II secolo a.C., occupando l'area compresa tra la Regia, la Domus Publica (la residenza del pontefice massimo) e le pendici del Palatino. Nel 12 a.C. Augusto, nella sua qualità di pontefice massimo, donò alle Vestali la Domus Publica, residenza del pontefice dove aveva abitato anche Giulio Cesare. Probabilmente dopo l'incendio del 64 d.C., il complesso venne ricostruito a un livello più alto con una nuova pianta e un nuovo orientamento, in accordo con le altre costruzioni che circondavano la piazza del Foro.

L'aspetto attuale del complesso è quello legato all'ultimo restauro della moglie di Settimio Severo, Giulia Domna, dopo l'incendio del 191.
Le stanze, in origine su almeno due piani (come visibile ancora oggi sul lato sud), si articolano intorno ad un cortile porticato, con fontane (poi sostituite da un'aiuola ottagonale). Dal tempio si accedeva verso est alla casa, passando accanto a un'edicola, sostenuta originariamente da due colonne ioniche delle quali oggi resta una sola
Dall'ingresso si penetra nel cortile centrale della Casa, composto come una sorta di peristilio.
Al centro si trovano tre bacini, due piccoli quadrati e uno grande rettangolare al centro, che vennero coperti in epoca costantiniana da una struttura ottagonale in laterizio, interpretabile come una decorazione del giardino, oggi rimossa.
Casa delle Vestali (cortile)
Il lato sud è quello meglio conservato, con numerose stanze che si aprono su un lungo corridoio: un forno, un mulino con la mola ben conservata, una cucina. Da qui parte anche la scala per il piano superiore, dove si trovavano le stanze delle sacerdotesse, dotate di bagni riscaldati.
Altre due scale per il primo piano si trovano in fondo all'estremitò dell'ala sud, vicino a un'aula absidata, forse un santuario. Secondo Cicerone quest'area era legata a un'antica leggenda, secondo la quale nel 390 a.C. una misteriosa voce avrebbe avvertito qui i Romani dell'imminente assalto dei Galli, rimanendo però inascoltata.

Il lato ovest è occupato da un grande ambiente rettangolare, fronteggiante il "tablino", di solito identificato come un triclinio.

Le stanze sul lato nord sono quelle in peggior stato di conservazione. Gli elementi a disposizione non sono sufficienti per attribuirvi una funzione, neppure ipotetica.

Statua di Flavia Publicia



 

Sotto il portico erano allineate le statue delle Vestali massime (le virgo vestalis maxima).
Sul lato orientale è presente una grande ambiente coperto a volta sul quale si affacciano due file di tre stanze più piccole, impropriamente detto tablinum (stanza di ricevimento nella domus romana).



1 commento:

  1. Avrei voluto abitare vicino alla casa delle vestali. Sarei stato un vicino di casa perfetto!!!!!

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