La Casa delle Vestali era la sede del collegio sacerdotale delle Vestali della Roma antica, presso il Foro Romano. Era collocato alle spalle della Regia e componeva un unicum con il Tempio di Vesta, in un complesso chiamato Atrium Vestae.
Il nome antico di Atrium Vestae si riferiva in origine ad un'area aperta situata presso il tempio di Vesta, sede del culto della dea, circondata da costruzioni. La residenza delle Vestali ne fece parte solo a partire dal II secolo a.C., occupando l'area compresa tra la Regia, la Domus Publica (la residenza del pontefice massimo) e le pendici del Palatino. Nel 12 a.C. Augusto, nella sua qualità di pontefice massimo, donò alle Vestali la Domus Publica, residenza del pontefice dove aveva abitato anche Giulio Cesare. Probabilmente dopo l'incendio del 64 d.C.,
il complesso venne ricostruito a un livello più alto con una nuova
pianta e un nuovo orientamento, in accordo con le altre costruzioni che
circondavano la piazza del Foro.
L'aspetto attuale del complesso è quello legato all'ultimo restauro della moglie di Settimio Severo, Giulia Domna, dopo l'incendio del 191.
Le stanze, in origine su almeno due piani (come visibile ancora oggi
sul lato sud), si articolano intorno ad un cortile porticato, con
fontane (poi sostituite da un'aiuola ottagonale). Dal tempio si accedeva verso est alla casa, passando accanto a
un'edicola, sostenuta originariamente da due colonne ioniche delle quali
oggi resta una sola
Dall'ingresso si penetra nel cortile centrale della Casa, composto come una sorta di peristilio.
Al centro si trovano tre bacini, due piccoli quadrati e uno grande
rettangolare al centro, che vennero coperti in epoca costantiniana da
una struttura ottagonale in laterizio, interpretabile come una decorazione del giardino, oggi rimossa.
Casa delle Vestali (cortile) |
Il lato sud è quello meglio conservato, con numerose stanze che si
aprono su un lungo corridoio: un forno, un mulino con la mola ben
conservata, una cucina. Da qui parte anche la scala per il piano
superiore, dove si trovavano le stanze delle sacerdotesse, dotate di
bagni riscaldati.
Altre due scale per il primo piano si trovano in fondo all'estremitò
dell'ala sud, vicino a un'aula absidata, forse un santuario. Secondo Cicerone quest'area era legata a un'antica leggenda, secondo la quale nel 390 a.C. una misteriosa voce avrebbe avvertito qui i Romani dell'imminente assalto dei Galli, rimanendo però inascoltata.
Il lato ovest è occupato da un grande ambiente rettangolare, fronteggiante il "tablino", di solito identificato come un triclinio.
Le stanze sul lato nord sono quelle in peggior stato di
conservazione. Gli elementi a disposizione non sono sufficienti per
attribuirvi una funzione, neppure ipotetica.
Statua di Flavia Publicia |
Sotto il portico erano allineate le statue delle Vestali massime (le virgo vestalis maxima).
Sul lato orientale è presente una grande ambiente coperto a volta sul
quale si affacciano due file di tre stanze più piccole, impropriamente
detto tablinum (stanza di ricevimento nella domus romana).
Avrei voluto abitare vicino alla casa delle vestali. Sarei stato un vicino di casa perfetto!!!!!
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