20 dicembre 2011

Santa Maria Maggiore

La basilica di Santa Maria Maggiore, conosciuta anche come Santa Maria della neve o come Basilica liberiana (dal nome del tradizionale fondatore papa Liberio), è una delle quattro basiliche papali di Roma. Collocata sulla sommità del colle Esquilino, è la sola ad aver conservato la primitiva struttura paleocristiana, sia pure arricchita da successive aggiunte. Il suo nome completo è Papale Arcibasilica Patriarcale Maggiore Arcipretale di S. Maria Maggiore.



Fu fatta erigere da papa Sisto III tra il 432 e il 440 e da lui dedicata al culto della Madonna, il dogma della cui divina maternità era appena stato sancito dal Concilio di Efeso (431).

La costruzione avvenne su una chiesa precedente, che una diffusa tradizione vuole sia stata la Madonna stessa ad ispirare apparendo in sogno a papa Liberio e al patrizio Giovanni e suggerendo che il luogo adatto sarebbe stato indicato miracolosamente: così quando la mattina del 5 agosto un'insolita nevicata imbiancò l'Esquilino, papa Liberio avrebbe tracciato nella neve il perimetro della nuova basilica, costruita poi grazie al finanziamento di Giovanni. Di questo antico edificio rimane solo un passo del Liber Pontificalis che afferma che Liberio fecit basilicam nomini suo iuxta Macellum Liviae.
Ad ogni modo il 5 agosto di ogni anno, in ricordo della Madonna della Neve, avviene la rievocazione del cosiddetto "miracolo della nevicata": durante una suggestiva celebrazione viene fatta scendere cielo una nevicata "fuori stagione".



La basilica si presentava a tre navate, divise da 21 colonne di spoglio per lato, sormontate da capitelli ionici, sopra le quali corre un'architrave continua. La navata centrale era illuminata da 21 finestre per lato (la metà delle quali furono successivamente tamponate) ed era sormontata da una copertura lignea con capriate a vista.
La navata venne decorata sempre in età sistina da splendidi mosaici, entro pannelli posizionati fra le finestre, in origine racchiusi da edicolette, con un ciclo di storie del Vecchio Testamento: storie di Abramo, Giacobbe, Isacco sul lato sinistro, Mosè e Giosuè su quello destro. Degli originari 42 riquadri, molti dei quali presentavano due scene sovrapposte, ne restano 27 (12 sulla parete sinistra e 15 sulla destra) dopo le distruzioni dovute alle aperture laterali settecentesche.
Più ieratiche e ritmicamente dilatate sono le scene dei mosaici dell'arco trionfale, rappresentanti alcuni momenti dell'Infanzia di Cristo, alcune delle quali tratte da Vangeli Apocrifi (Annunciazione, Presentazione al Tempio, Adorazione dei Magi, Incontro con il governatore Afrodisio, Strage degli Innocenti, Re Magi presso Erode) 
Risalgono alla metà del XII secolo, al tempo di papa Eugenio III, il pavimento cosmatesco e un portico addossato alla facciata (poi distrutto nel Settecento per far posto alla nuovo frontespizio barocco del Fuga).

L'esterno dell'abside, rivolto verso Piazza dell'Esquilino, è opera di Carlo Rainaldi, che presentò a papa Clemente IX un progetto meno dispendioso di quello del contemporaneo Bernini che avrebbe fra l'altro comportato la distruzione dei mosaici dell'abside e sarebbe arrivata quasi all'altezza dell'obelisco retrostante.
La facciata principale, caratterizzata da un portico e da una loggia per le benedizioni, fu eseguita tra il 1741 e il 1743, durante il pontificato di Benedetto XIV, da Ferdinando Fuga.
In Santa Maria Maggiore è sepolto Gian Lorenzo Bernini, nella tomba di famiglia.

Fu il papa Niccolò IV che nel 1288 commissionò ad Arnolfo di Cambio una raffigurazione della "Natività", che egli terminò di scolpire in pietra nel 1291. La tradizione di questa rappresentazione sacra ha origini sin dal 432 quando papa Sisto III (432-440) creò nella primitiva Basilica una "grotta della Natività" simile a Betlemme. La basilica prese la denominazione di Santa Maria ad praesepem (dal latino: praesepium = mangiatoia). I numerosi pellegrini che tornavano a Roma dalla Terra Santa, portarono in dono preziosi frammenti del legno della Sacra Culla (cunabulum) oggi custoditi nella teca dorata della Confessione.



E' di ieri (19 dicembre 2011) la notizia che un romeno di 32 anni senza fissa dimora ha spaccato una parte della Porta Santa, giustificandosi semplicemente dicendo che voleva spaccare qualcosa....
Stiamo proprio al limite della follia!

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