"La festa della liberazione è la festa della riunificazione dell'Italia":
queste le parole scelte da Giorgio Napolitano, presidente della
Repubblica, oggi presente a Pesaro per le commemorazioni del 25 aprile,
il giorno in cui 67 anni fa l'Italia riusciva a liberarsi dal giogo
nazi-fascista.
Per la verità la guerra di Liberazione fu
qualcosa di molto più complesso di una "riunificazione" in quanto ha
rappresentato uno dei momenti più drammatici mai toccati dal nostro
Paese. Oggi è una delle festività civili della Repubblica italiana, quella in
cui si ricorda la fine dell’occupazione tedesca in Italia, del regime
fascista e della Seconda guerra mondiale.
A guerra conclusa, un decreto legislativo del governo italiano
provvisorio, datato 22 aprile 1946, dichiarò “festa nazionale” il 25
aprile, limitatamente all’anno 1946. Fu allora che, per la prima volta,
si decise convenzionalmente di fissare la data della Liberazione al 25
aprile, giorno della liberazione da parte dei partigiani delle città di Milano e di Torino. La scelta venne
fissata in modo definitivo con la legge n. 260 del maggio 1949,
presentata da Alcide De Gasperi in Senato nel settembre 1948, che
stabilì che il 25 aprile sarebbe stato un giorno festivo, come le
domeniche, il primo maggio od il giorno di Natale, in quanto
“anniversario della liberazione”.
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