7 aprile 2014

Lo stornello

Lo stornello è un tipo di poesia generalmente improvvisata molto semplice, d’argomento amoroso o satirico, simile alla filastrocca, tipico dell’Italia centrale, in particolare Toscana, Lazio e Marche (successivamente diffuso anche nell’Italia meridionale).
Il termine stornello deriverebbe dall’usanza di cantare a storno e a rimbalzo di voce da un luogo ad un altro.
Questo tipo di componimento è costituito da un numero imprecisato di strofe solitamente composte da tre versi:
  • il primo verso è un quinario, e generalmente contiene l’invocazione ad un fiore;
  • gli altri due sono endecasillabi, di cui il primo è in consonanza ed il secondo in rima col verso d’apertura.

Gli stornelli romani, nati dall’improvvisazione e dall’estro di un momento, traggono la loro forza dall’autenticità e dalla genuinità di un intero popolo. Brevi ed immediati, cantati dalle popolane come “sfottò” da balcone a balcone, o drammaticamente interpretati dai carcerati di Regina Coeli, erano ripresi e tramandati da cantori di strada, da carrettieri o venditori, per le vie di Roma e dei paesi vicini. Un aspetto pittoresco e popolare della vita quotidiana, legato alla passione per il divertimento, la battuta e la tavola.

Gli stornelli a dispetto sono una forma, tipicamente romana, di insultarsi a vicenda e la base del gioco è quella di attendere la fine della strofa senza reagire per poi restituire la cortesia consapevoli di poter terminare l’attacco.

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