La Bocca della Verità è un antico mascherone in marmo pavonazzetto, murato nella parete del pronao della chiesa di Santa Maria in Cosmedin di Roma dal 1632.
Il mascherone rappresenta un volto maschile barbato, occhi, naso e
bocca sono forati e cavi. Il volto è stato interpretato nel tempo come
raffigurazione di vari soggetti: Giove Ammone, il dio Oceano, un oracolo o un fauno.
Anche le sue funzioni sono incerte forse era una fontana od un tombino di impluvium o addirittura di cloaca (ipotesi quest'ultima legata probabilmente alla vicinanza del sito alla Cloaca Massima).
Quel che è certo è che il mascherone gode di fama antica e leggendaria: si presume sia questo l'oggetto menzionato nell'XI secolo nei primi Mirabilia Urbis Romae (una guida medievale per pellegrini), dove alla Bocca viene attribuito il potere di pronunciare oracoli.
Un testo tedesco del XII secolo racconta un mito avverso all'imperatore restauratore del paganesimo: descrive dettagliatamente come, da dietro quella bocca, il diavolo - qualificatosi come Mercurio (non a caso protettore dei commerci e anche degli imbrogli) - trattenesse lungamente la mano di Giuliano (che aveva truffato una donna e su quell'idolo
doveva giurare la propria buona fede), promettendogli infine riscatto
dalla figuraccia e grandi fortune se avesse rimesso in auge le divinità
pagane.
Nel medioevo
si fa strada la leggenda che fu Virgilio mago a costruire la Bocca
della Verità, ad uso dei mariti e delle mogli che avessero dubitato
della fedeltà del coniuge.
In un'altra leggenda tedesca del XV secolo ritroviamo l'immagine che
"non osa" mordere la mano di una imperatrice romana che - benché avesse
effettivamente tradito il suo imperiale consorte - la inganna con un
artificio logico.
Una storia simile, che circolava nei racconti popolari, parlava di
una donna infedele che, condotta dal marito giustamente sospettoso alla
Bocca della Verità per essere sottoposta alla prova, riuscì a salvare la
sua mano con una astuzia. Infatti la donna incriminata disse all'amante
di presentarsi anche lui nel giorno in cui sarebbe stata sottoposta
alla prova e che, fingendosi pazzo, la abbracciasse davanti a tutti.
L'amante eseguì perfettamente quanto da lei richiesto. Così la donna, al
momento di infilare la sua mano nella Bocca, poté giurare
tranquillamente di essere stata abbracciata in vita sua solo da suo
marito e da quell'uomo che tutti avevano visto. Avendo detto la verità,
la donna riuscì a ritirare indenne la sua mano dalla tremenda Bocca,
benché fosse colpevole di adulterio.
Il nome "Bocca della verità" compare nel 1485
e la scultura rimase da allora costantemente menzionata tra le
curiosità romane, venendo frequentemente riprodotta in disegni e stampe da cui si ricavia che era in origine collocata all'esterno del portico della chiesa e che fu spostata nel portico con i restauri voluti da papa Urbano VIII Barberini nel 1631.
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